Rinascita Scott, “piovono” condanne

Boss e affiliati dei clan vibonesi avrebbero potuto contare sulle complicità di uomini delle istituzioni e insospettabili professionisti. È questa l’immagine della ’ndrangheta vibonese che emerge dalla sentenza di primo grado del maxiprocesso Rinascita Scott. Condannati i capibastone e i loro gregari ma anche avvocati, imprenditori e forze dell’ordine. Cadono invece le accuse agli esponenti politici che erano rimasti coinvolti nel maxi blitz che il 19 dicembre del 2019 cambiò la storia della lotta alla ‘ndrangheta. Dopo oltre un mese di camera di consiglio nel chiuso della scuola di polizia di Vibo Valentia, la presidente del collegio Brigida Cavasino (a latere Claudia Caputo e Germana Radice) ha preso la parola nell’aula bunker di Lamezia poco prima delle 11. Per quasi due ore ha letto il lungo dispositivo con i nomi dei 338 imputati e le decine di parti civili. Alla fine si conteranno 207 condanne con pene dai 30 anni ai 10 mesi di reclusione per un totale di oltre 2120 anni di carcere. La Dda, di anni, ne aveva chiesti 4.744 nei confronti di 322 imputati.