Rosarno-Locride: la faida evitata dai boss

C’è ’ndrangheta e ’ndrangheta, come dire “paese che vai, cosca che trovi”. E tra Rosarno e Platì ci sarebbero differenze, almeno nell’interpretazione degli affiliati ai Bellocco: andatelo a dire a quelli che volevano fregare i Trimboli e gli Ursino che “siamo tutti amici”. «Là… non è Rosarno… Platì non è Rosarno! A Platì le persone le tagliano con la motosega», dice intercettato non uno qualunque ma Francesco Benito Palaia, cognato del boss detenuto Umberto Bellocco. Lo scenario – ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione antimafia “Blu Notte, scattata all’alba di martedì con 76 arresti tra la Piana di Gioia Tauro e la Lombardia – è quello di un furto di sostanza stupefacente da parte di due rosarnesi. Si tratterebbe di dieci chili di marijuana, valore 25mila euro circa.