Sinergia tra ’ndrine per la spartizione dei proventi estorsivi

Sinergia tra cosche di ’ndrangheta sulla Costa Viola. Tra i tanti temi d’accusa emersi dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, “Nuova linea”, indifferentemente tra fase di indagini preliminari e l’attuale dibattimento, c’è anche la «voce unica» e la presa di posizione condivisa dei capiclan dell’area nel cuore del Tirreno reggino nel nome degli affari. Così accadeva sempre quando andavano suddivisi i proventi estorsivi legati ad un appalto pubblico che si sviluppava a cavallo di più paesi limitrofi. A Scilla, Bagnara, Cannitello, Villa San Giovanni, e Sinopoli, a cui spettava l’ultima parola. Scenari che emergono dai voluminosi faldoni del processo “Nuova linea” e dalle informative dei Carabinieri del comando provinciale di Reggio che hanno condotto le indagini sul conto di capi e gregari delle ’ndrine di Scilla ad oggi sul banco degli imputati. Le gerarchie moderne dei clan “Nasone[1]Gaietti”.