Non finisce qui. Non può finire qui. La stangata di venerdì sera – Antonello Montante condannato a 14 anni – sarà rimessa in discussione nell’appello già annunciato dai difensori. Eppure per chi, da cinque anni, indaga sull’ex paladino nazionale dell’antimafia, la sentenza di primo grado è un punto fermo. Il sistema Montante non è più soltanto una suggestione giornalistica. Né un semplice riserva da cui la commissione Antimafia nazionale, dopo l’esemplare lavoro di quella dell’Ars, potrà dare la caccia ai «traditori dello Stato» evocati dal presidente Nicola Morra.
