Le schede…magiche. Decine di slot machine installate in cinquanta comuni del Cosentino sarebbero state alterate per frodare lo Stato e ricavare profitti. È lo scenario ipotizzato dalla procura di Cosenza che ha chiesto e ottenuto dal Gip il sequestro preventivo di beni mobili e immobili e conti correnti bancari intestati a Gianni Spadafora, titolare di una società di Luzzi che gestiva la collocazione negli esercizi pubblici e commerciali della provincia bruzia degli apparati affollati quotidianamente da giocatori incalliti. L’imprenditore è indagato per peculato per effetto dell’inchiesta aperta dal procuratore capo, Vincenzo Capomolla e dall’aggiunto, Antonio D’Alessio. Un’inchiesta che aveva già portato all’apposizione dei “sigilli” giudiziari su ben 144 “slot” nel maggio scorso. Spadafora, incaricato di pubblico servizio, avrebbe manomesso le “macchinette” installandovi una scheda di controllo, prodotta ad arte probabilmente da abili hacker, sganciandole così dal sistema di verifica e controllo nazionale.
