«Temevano di essere intercettati». Le precauzioni della cosca Barreca.

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Sospettosi e guardinghi il boss di Pellaro e Bocale, Filippo Barreca, e il suo “cerchio magico”, la rete di colonnelli e fiancheggiatori con i quali era riuscito a riprendere in pugno la sua “locale” imponendo il pizzo a tappeto e stremando chiunque operasse imprenditorialmente anche se sponsorizzati dalle ‘ndrine egemoni del mandamento “Città”. Era soprattutto Filippo Barreca, ritornato in azione dopo la scarcerazione per gravi motivi di salute nonostante fosse condannato all’ergastolo, a fiutare le possibile attenzioni degli inquirenti e temere di poter essere intercettato. A svelare questo timore del capoclan è il genero Francesco Labate, da una manciata di settimane collaboratore di giustizia.