“Se io dovessi rischiare trent’anni di galera per nasconderlo, rischierei”, diceva orgoglioso Calogero Lillo Giambalvo: per il consigliere comunale di Castelvetrano, il superlatitante Matteo Messina Denaro era praticamente un mito. Nel 2014, venne arrestato, ma poi è stato assolto anche in appello: non c’è prova certa che faccia parte della “famiglia” di Castelvetrano, hanno scritto i giudici nella sentenza, di certo c’è solo “una sorta di incondizionata adesione morale ai valori e ai fini di Cosa nostra”. Giambalvo è stato poi condannato per tentata estorsione. Adesso, le indagini del Ros e del comando provinciale di Trapani, fanno scattare un sequestro di beni per l’ex consigliere comunale, per la moglie Ninfa Vincenzini e per un presunto prestanome, Roberto Siracusa.