Non c’è solo un drammatico giro di usura, tra le pagine dell’inchiesta “Dio denaro” si intravede una città sommersa fatta di violenza ma anche di scorciatoie illegali e insospettabili capacità di trovare canali di comunicazioni con esponenti delle istituzioni. Carlo Francesco Procopi, arrestato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza, appare come un “uomo cerniera”, le fiamme gialle lo riprendono ai tavoli dei ristoranti più alla moda e poco dopo a dialogare con esponenti della criminalità rom. In questo mondo di mezzo si muovono anche le sue presunte vittime. Da dialoghi e chat intercettate dagli inquirenti emerge così il mercato delle aste giudiziarie.
