«Se ci incrociano qua dentro che gli puoi dire? Che sei qui per i cavalli». Gioacchino Guida aveva sempre un alibi perfetto: girava l’Italia per le gare dei suoi purosangue. “Immortal romance” andava forte. E anche “Guida’s force”. Poi c’erano “Riviera nights” e “Teli William”. Guida totalizzava vittorie su vittorie negli ippodromi di Siracusa, Roma, Napoli. E, intanto, col fratello Raffaele commerciava ingenti partite di cocaina. Un carico dietro l’altro. Aveva accordi con un trafficante nel Lazio e con alcuni esponenti del clan camorristico Visiello di Torre Annunziata.
