Il vecchio boss è svanito nel nulla. L’odore dei medicinali, l’andirivieni di barelle e infermieri, i lamenti degli altri ricoverati, il caos delle corsie non gli piacevano. Per lo Stato, però, era tanto «gravemente malato» da non poter sopportare i rigori del carcere duro. E così, due anni addietro, il Tribunale della libertà l’aveva spedito agli arresti domiciliari per motivi di salute sottraendolo al 41 bis. Celestino Abbruzzese, 65 anni, figura carismatica della criminalità nomade della Sibaritide, è scomparso il 31 marzo dal reparto dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro dove si trovava ricoverato.
