Un asse con le ndrine calabresi per portare la coca allo Sperone.

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La cocaina arrivava in tutte le piazze di spaccio dello Sperone, ma la vena partiva dalla Calabria. Maurizio Di Fede, capo della famiglia di Roccella, aveva un problema: «Purtroppo, ora avendo monopolizzato la zona non è che li posso lasciare senza». Ecco perché – svela l’inchiesta della procura antimafia di Palermo – inizia a cercare un canale pronto a fornire coca a getto continuo. Ne andava della sua credibilità come boss, quella che gli permetteva persino di vietare che la figlia di una conoscente partecipasse alle commemorazioni dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.