La fuga di Luigi Abbruzzese si è esaurita alle 5 e 40 di un tiepido sabato mattina di agosto, in una casa di Cassano, il suo regno. Una fuga durata tre anni. Tre anni d’impunità e di leggende costruite su quella latitanza protetta da insospettabili fiancheggiatori e da sospettabilissime amicizie. Amicizie strette, soprattutto, nel nome del padre, Franco, detto “Dentuzzo”, l’uomo che ha cambiato la storia degli zingari della Sibaritide, e che adesso è in carcere, ristretto al 41 bis.
