I clan e la politica controllavano l’ospedale di Lamezia Terme.

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. La sanità era cosa loro. Avevano non solo le chiavi dei reparti ospedalieri ma anche gli agganci giusti per spremere fino all’ultimo centesimo di fondi pubblici destinati alla salute dei calabresi. Nessuno scrupolo a lucrare sui morti, sui malati e perfino sui neonati. È allarmante il quadro emerso dalle due operazioni, coordinate dalla Procura di Catanzaro, e riunite sotto un unico, significativo nome: “Quinta bolgia”. Cose agghiaccianti, per usare le parole del procuratore capo Nicola Gratteri, quelle che emergono dalle pagine delle ordinanze firmate dal gip di Catanzaro Barbara Saccà.