Beccati con le mani sul reddito di cittadinanza pur in regime di custodia cautelare ai domiciliari o condannati in via definitiva per associazione maliosa e per altri reati gravi. Oppure appena arrestati per rapina, traffico di droga, estorsione, truffa, contrabbando e persino usura. O ancora con familiari mafiosi condannati all’ergastolo. Dal marzo del 2019, quando è entrato in vigore il sussidio voluto dal Movimento 5 Stelle, sono circa 1.500 in tutta la Sicilia i destinatari della “carta gialla ricaricabile” pregiudicati, indagati in attesa di giudizio definitivo, arrestati in flagranza, destinatari di misura cautelare. La scoperta che i familiari di uno dei killer del giudice Rosario Livatino, in carcere a scontare sette ergastoli, percepissero il reddito di cittadinanza è solo l’ultimo caso.
