C’è una borghesia che a Palermo convive con la mafia, come ha detto il procuratore Maurizio De Lucia. Il regista Roberto Andò condivide l’analisi del magistrato riconoscendola nei comportamenti di chi accoglie nei propri salotti persone che sa essere coinvolte in Cosa nostra. «Compiacenze, tolleranza e disponibilità – dice – finiscono per creare un contesto di complicità». Proprio il terreno nel quale «si possono incontrare anche i grandi latitanti» come Matteo Messina Denaro. E questa prossimità sociale si intreccia con interessi corposi? Per l’intellettuale palermitano, legato da uno stretto rapporto a Leonardo Sciascia, sono due livelli diversi: «C’è chi fa affari e chi in qualche modo si piega al “dovere” di aiutare al di là dell’interesse materiale. È gente che non si ribella e non fa nulla per sottrarsi a questo tipo di rapporto».
