Messina Denaro «contadino». Il boss non concede nulla

«Lavoravo nei campi, sono un contadino. La mia residenza? Non ce l’ho, da quando il Comune mi ha cancellato sono un apolide». Così il boss Matteo Messina Denaro si racconta al gip di Palermo nel corso dell’interrogatorio di garanzia reso, in uno dei tanti procedimenti penali a cui è sottoposto. Un verbale in larga parte coperto da omissis dal pubblico ministero della Dda, Gianluca De Leo, che ha depositato il primo interrogatorio del padrino di Castelvetrano. E da questo primo approccio si intuisce la linea che il boss seguirà nel suo percorso e nel rapporto con gli inquirenti. «Le mie condizioni economiche? Non mi manca nulla. Avevo beni patrimoniali ma me li avete tolti tutti. Se ancora ho qualcosa non lo dico, mica sono stupido», dice il 21 febbraio scorso.