«Con l’aggravante di aver commesso i delitti di trasferimento fraudolento al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi e allo stesso Dell’Utri, per la quale Berlusconi è stato indagato unitamente al medesimo Dell’Utri, sino al momento del suo decesso avvenuto in epoca successiva all’ultima elargizione contestata, costituendo le erogazioni di quest’ultimo il quantum percepito da Dell’Utri per assicurare l’impunità a Silvio Berlusconi». Così la Dda di Firenze nell’atto di chiusura indagini sul flusso di denaro che per anni è intercorso tra l’ex premier e il suo storico braccio destro, frutto secondo la ricostruzione proprio di un debito di riconoscenza per il silenzio mantenuto dall’ex senatore di fronte agli inquirenti. Con Dell’Utri è indagata la moglie Miranda Ratti; oltre alla violazione della normativa antimafia, per la mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali nonostante la condanna definitiva per concorso in associazione mafiosa (da qui il sequestro di parte delle somme, circa 10,8 milioni), i pm hanno formulato una seconda imputazione, quella di intestazione fittizia di beni.
