Un armadio di fattura artigianale domina l’unica camera da letto di un anonimo appartamento posto in piazza Thuri Thurium nella zona dello stadio di Cosenza. Dentro c’è un trolley di colore scuro, chiuso. Dentro, però, non vi sono indumenti ma 389.000 euro in banconote di taglio diverso. L’abitazione è in uso a un operaio incensurato, una sorta di insospettabile se non fosse l’ex cognato di Roberto Porcaro, uno dei componenti di vertice delle cosche confederate locali. L’operaio si chiama Salvatore Guido, ha 41 anni e non s’aspetta l’improvvisa irruzione dei carabinieri della compagnia cittadina. I militari del tenente colonnello Antonio Quarta entrano nell’immobile nel dicembre dello scorso anno, perquisiscono tutti gli ambienti e trovano il “tesoro”. Guido non offre spiegazioni credibili. E finisce nel mirino della Procura distrettuale di Catanzaro, guidata da Vincenzo Capomolla.
