La presunta morte del boss. Non c’è traccia di riscontri

Prende sempre meno corpo la notizia, diffusa sabato dal settimanale Gente, della morte in una clinica privata di Calì, in Colombia, dell’ultimo boss ricercato di Cosa nostra, Giovanni Motisi, latitante dal 1998. La polizia, su delega dei magistrati della Dda di Palermo che coordinano le indagini sulla cattura del capomafia, ha sentito nelle scorse ore il fotoreporter autore del pezzo che avrebbe dato alcune indicazioni sulla clinica in cui il boss, ammalato a suo dire di tumore al pancreas, sarebbe stato ricoverato senza però indicare il periodo a cui risalirebbe il decesso. Gli accertamenti, fatti dagli inquirenti dello Sco in collaborazione con le forze dell’ordine colombiane, al momento non confermano, dunque, l’indiscrezione. Motisi, sicario di Totò Riina, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del vice capo della Mobile di Palermo Ninni Cassarà, trucidato il 6 agosto del 1985 insieme all’agente Roberto Antiochia mentre rientrava a casa.