Agrigento, il mandante del delitto Livatino in semilibertà aveva riorganizzato la “Stidda”. Un’avvocata portava messaggi dal 41 bis, 22 arresti.

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Nel cuore della Sicilia, le mafie si riorganizzano. Con i boss scarcerati e gli insospettabili. Uno dei mandanti del delitto del giudice Rosario Livatino, Antonio Gallea, aveva rilanciato la “Stidda”, l’altra mafia, da quando era in semilibertà. I suoi fedelissimi stavano pianficando nuovi affari e anche due omicidi. “Cosa nostra” poteva contare invece su un’avvocatessa di Canicattì, Angela Porcello: nel suo studio di via Rosario Livatino organizzava summit di mafia e intanto continuava a fare uscire dal carcere i messaggi dei padrini rinchiusi al 41 bis. Il boss scarcerato e l’avvocatessa diventata boss, i due volti dei clan che non sembrano per nulla fiaccati da blitz e processi: sono stati arrestati questa notte dai carabinieri del Ros insieme ad altre venti persone.