Anche tre vigili urbani e un finanziere-politico in affari col clan Cappello.

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Bar e ristoranti affidati dal clan Cappello-Carateddi a prestanome per eludere le indagini patrimoniali e utilizzati per ripulire il denaro sporco proveniente da una sfilza infinita di attività illecite, in primis le estorsioni a danno di privati cittadini, imprenditori catanesi operanti nel settore dei trasporti e nei confronti di un noto pittore siciliano, Vittorio Ribaudo, dal quale Orazio Buda, 57 anni – legato al gruppo di Orazio Privitera, esponente di vertice del clan Cappello-Carateddi – pretendeva l’elargizione di opere.