Un uomo d’onore riservato, un fedelissimo che ha consentito al boss Matteo Messina Denaro non solo di restare latitante ma anche di mantenere saldo il suo ruolo di capo di Cosa nostra. È il ritratto che, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il gip di Palermo fa di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al capomafia di Castelvetrano. Bonafede, ieri sera, è stato arrestato dai carabinieri del Ros a Tre Fontane, una località balneare del trapanese, in casa di una sorella. In un provvedimento di 17 pagine, che accoglie le considerazioni del Procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido e del pm Piero Padova, il gip che ne ha disposto l’arresto smonta le bugie raccontate ai pm dal geometra di Campobello di Mazara, accusato non di favoreggiamento ma del più grave reato di associazione mafiosa.
