Clan agguerriti e affari. Scattano 55 arresti

Spietati e pericolosi. Esattamente come li voleva Piddu Madonia, quando negli anni Ottanta spostò la sua residenza da Vallelunga a Gela, in quella città che era diventato il suo feudo. Armati fino ai denti, pronti ad uccidere se necessario per manifestare la loro forza, la loro potenza. Alleati – dopo che per anni si sono fatti una spietata guerra di mafia – per gestire fiumi di denaro provenienti dal traffico di droga. Sono i clan di Gela, consorterie mafiose che dopo aver combattuto una sanguinosa faida, hanno siglato un patto di ferro per gestire droga, appalti e pizzo. È la fotografia scattata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta che ha coordinato un’indagine culminata con 55 misure di custodia cautelare eseguite dalla polizia tra Gela, Palermo, Agrigento e Reggio Calabria. I due volti della mafia. Stidda e Cosa nostra, uniti sotto la stessa egida per dominare sul territorio con il linguaggio che più gli appartiene, quello mafioso fatto di minacce, estorsioni, danneggiamenti e riciclaggio di soldi sporchi.