Col boss e il fratello in carcere, la cosca guidata dalle donne.

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Dal traffico di droga al racket delle estorsioni dal controllo degli appalti pubblici al “business” delle scommesse online, dagli affari immobiliari alla gestione di villaggi turistici e fino a al commercio dei paramedicinali. Non c’è branca delle attività illecite e lecite che negli anni non sia stata gestita dalla “locale” di Cutro, diventata “crimine” con Nicolino Grande Aracri riconosciuto, prima di finire nella bufera delle inchieste gemelle “Kyterion” ed “Aemilia” del 2015, capo indiscusso della “provincia” di ‘ndrangheta che dettava legge in tutta la Calabria centrosettentrionale.