Il nemico in casa. Celestino Abbruzzese è uno dei collaboratori di giustizia che ha aiutato la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro a far luce sulla scomparsa per lupara bianca di Massimo Speranza, 21 anni, di Cosenza. Un accadimento criminoso lontano nel tempo – il giovane venne assassinato e sepolto in un boschetto di San Demetrio Corone l’11 settembre del 2001 – ricostruito dai magistrati inquirenti incrociando le dichiarazioni di più pentiti. Dichiarazioni confessorie che, tuttavia, non hanno consentito di localizzare i resti della vittima. Tra gli arrestati nella veste di presunto mandante dell’assassinio vi è Fioravante Abbruzzese, detto “Tonino banana”, personaggio storico della criminalità nomade bruzia e già in carcere per scontare un’altra condanna per omicidio. Il boss è il padre del collaboratore di giustizia che negli ambienti delinquenziali veniva chiamato “micetto” e che ai pm Vito Valerio e Corrado Cubellotti ha rivelato molti retroscena parlando sia del genitore che del fratello Armando, 37 anni, detto “Andrea” a sua volta arrestato per la sparizione di Speranza.
