Trentadue anni. Trentadue anni che sembrano minuti. Perché la strage di Capaci, il tempo l’ha fermato. Ha inciso l’anima della Sicilia, ha attaccato i polmoni dei siciliani soffocandoli, togliendo quel poco ossigeno che, dopo anni di apnea, avevano appena ricominciato a respirare. Quella strage, più delle altre, ci ha ingabbiato per sempre in quegli attimi orribili. Anche oggi è il 23 maggio 1992. E lo sarà sempre. Nel bene, nel male, nella sofferenza e nella brama di rinascita. Serve un nuovo vento. Lo abbiamo sentito arrivare sulla pelle oggi: cinquemila giovani studenti di 56 scuole di Palermo hanno camminato insieme per le strade, hanno cantato tenendosi per mano. Tenendo per mano il ricordo di tutte le vittime della mafia che erano lì, con loro. Si potevano toccare. Hanno rinfrescato l’aria. È da loro che dobbiamo ripartire.
