Dai soci in affari ai padrini politici. La tela dei segreti ancora da svelare

La camorra degli affari ha il volto di Sandokan. Dal calcestruzzo al traffico di rifiuti tossici, dal riciclaggio nell’edilizia al mercato internazionale della droga, non c’è attività illecita in cui Francesco Schiavone non abbia lasciato la sua impronta, in Italia e all’estero, dalla Spagna agli Stati Uniti. Un esempio di capitalismo criminale. Un flusso di denaro sporco che il boss è riuscito a gestire anche dal carcere attraverso familiari e prestanome. Ora Schiavone ha deciso di collaborare con la giustizia. Una scelta non semplice da decifrare per uno con il suo profilo. Pluriergastolano e assassino. Tessitore di alleanze con la politica fin dai primi anni ‘90, rapporti indispensabili per infiltrarsi negli appalti pubblici. Sovrano assoluto di una cosca che ha investito il denaro del racket in Emilia, Toscana e perfino a San Marino. Villette e alberghi anche in Spagna, il Paese da cui i casalesi dirottavano in Italia la cocaina in arrivo dal Sudamerica.