Sono riassunte in 138 pagine le motivazioni con le quali i giudici della corte d’Appello di Palermo, hanno condannato l’ex sottosegretario all’interno di Trapani, Antonio D’Ali, a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. In quelle pagine i giudici riassumono i rapporti consolidati con i Messina Denaro, dal vecchio don Ciccio, campiere dei terreni della famiglia D’Ali, alla vicinanza al figlio Matteo, attualmente ricercato.