Due calabresi “soci” di Diabolik.

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Non una semplice «batteria» di spacciatori e picchiatori. Non un gruppo di poche unità che operava nel singolo quartiere di Roma: quella guidata da Fabrizio Piscitelli, al secolo Diabolik ucciso con un colpo di pistola alla nuca il 7 agosto scorso mentre era in attesa di «qualcuno» in un parco della Capitale, era una organizzazione criminale strutturata su vari livelli che aveva nel narcotraffico su ampia scala il suo “core business”. Sono in totale 51 le ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip della Capitale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.