Il “welfare mafioso” si era attivato tempestivamente. A lockdown appena decretato, a marzo scorso, il boss Giuseppe Cusimano, a capo della neocostituita “famiglia” dello Zen si adoperava già per far avere gli alimenti alle famiglie indigenti del quartiere, uno dei più poveri di Palermo. Ma dietro all’apparente generosità del capomafia, finito in cella insieme ad altri 15 uomini d’onore, c’è solo l’esigenza di raccogliere quel consenso sociale sul quale Cosa nostra basa storicamente la sua forza. Nemico dello Stato, ma pronto a sfruttarne l’aiuto, Cusimano percepiva il reddito di cittadinanza insieme ad Andrea Mancuso, considerato uomo d’onore della “famiglia” di Tommaso Natale, Giuseppe Rizzuto e Andrea Barone arrestati, anche loro ieri, per estorsione e minacce.
