Faide e equilibri interni al clan dietro l’omicidio di Palma.

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È sulla «faida legata a dinamiche interne ai “parecchi”» – così per come raccontato dal reo confesso Angelo Incardona – che ieri è sembrata concentrarsi l’attività investigativa e di ricostruzione di Procura e carabinieri. È una storia tutta da verificare e decifrare quella che, la sera in cui si è consegnato al comando provinciale dell’Anna di Agrigento, ha raccontato il quarantaquattrenne che ha prima sparato ai suoi genitori: Giuseppe Incardona e Maria Ingiamo, rispettivamente di 65 e 60 anni e poi, in mezzo alla strada, in piazza Provenzani, a Palma di Montechiaro, ha freddato l’imprenditore Lillo Saito di 65 anni, socio della «Gelati Gattopardo».