“Geraci ucciso per il suo impegno”. Tre pentiti svelano il mistero

«Mico Geraci faceva discorsi contro i mafiosi di Caccamo — aveva detto il boss Nino Giuffrè quando iniziò a collaborare con la giustizia, nel 2002 — e poi non voleva più occuparsi della gestione dei contributi agricoli di certi personaggi discussi». All’epoca, Giuffrè non seppe riferire altro sull’omicidio del sindacalista della Uil che in quei mesi del 1998 era vicino all’Ulivo ed era il candidato in pectore di un cartello civico alla carica di sindaco. Lo uccisero la sera dell’ 8 ottobre 1998, nel suo paese. Venticinque anni dopo, la procura di Palermo diretta da Maurizio de Lucia dà un nome ai mandanti del delitto: sono i fratelli Pietro e Salvatore Rinella, di Trabia, ieri mattina i carabinieri del comando provinciale gli hanno notificato in carcere un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal capo dell’ufficio gip, Alfredo Montalto.