I boss in fila per un posto al tavolino dei Palazzi

Dimenticate i mafiosi col cappotto di cammello che entrano all’Assemblea regionale siciliana e schiaffeggiano un deputato. Dimenticate i ministri dei Lavori pubblici di Cosa nostra che convocano assessori e manager delle grandi imprese. Roba da Prima repubblica. Una nuova era criminale è iniziata, in realtà già da un po’ a ripercorrere inchieste e processi in terra di Sicilia. Gli ultimi due indagati eccellenti — Mimmo Russo di Fratelli d’Italia e Luca Sammartino della Lega — ne sono la dimostrazione più lampante: sono ormai i politici a dettare le regole del malaffare, i mafiosi vanno a ruota, spesso non riescono neanche a portare tutti i voti richiesti, segno della crisi che attraversa l’organizzazione, alle prese con arresti, processi e sequestri di beni. Sono i politici e i loro complici nei Palazzi a decidere finanziamenti, lavori, varianti al piano regolatore e assunzioni.