I giudici insorgono. “Le grida manzoniane non fermeranno la violenza minorile”

Li conoscono bene, quei ragazzi. Hanno parlato con loro, li hanno interrogati e giudicati. C’è quello che prova a fare il duro, l’altro che si mostra pentito e chi invece scrolla le spalle. Ma quando un giovane non ancora diciottenne arriva davanti al magistrato dopo aver commesso un reato, lo Stato ha già perso la partita ed è per questo che Claudia Caramanna, procuratrice per i minorenni a Palermo, sottolinea: «La sanzione, da sola, non è sufficiente. È indispensabile essere rigorosi e garantire la certezza della pena, però la prevenzione sul territorio, l’educazione e il recupero restano strumenti fondamentali». Eppure, con il Paese scosso da episodi di cronaca drammatici, come l’omicidio del musicista Giovanbattista Cutolo, assassinato in piazza Municipio a Napoli da un 17enne, il vicepremier Matteo Salvini tuona: «Se un ragazzino uccide, deve pagare come un cinquantenne».