I locali della “Milano da bere” gestiti da Mommino Piromalli

I legami con la Calabria non si possono recidere neanche quando si vive da una vita al Nord. E Salvatore Giacobbe da Gioia Tauro, quei legami, li aveva rinsaldati legandosi dal punto di vista criminale a chi, nella città del porto, da un secolo è sinonimo di ’ndrangheta: i Piromalli. E grazie a quel ponte con la Lombardia, Girolamo Piromalli, detto “Mommino” (non accusato di associazione mafiosa), sarebbe riuscito a entrare in possesso di cinque locali della “movida” a Milano. Operazioni che il rampollo della potente cosca di Gioia Tauro, secondo le accuse, avrebbe portato a termine attraverso un suo presunto luogotenente, Agostino Cappellaccio. Le accuse nei confronti dell’esponente di punta del clan gioiese emergono dall’ultima inchiesta coordinata dalla Dda meneghina e condotta dalla Guardia di Finanza. Nella mattinata di ieri, le fiamme gialle hanno arrestato 14 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, intestazione fittizia di attività commerciali, estorsione, truffa ai danni di agenzie di lavoro interinale e traffico di rifiuti.