I Mannolo sapevano dell’inchiesta a loro carico.

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La cosca Mannolo-Zoffreo-Trapasso di San Leonardo di Cutro era venuta a conoscenza di essere finita sotto la lente della Procura antimafia di Catanzaro. E a rivelare la notizia dell’esistenza dell’indagine che poi a maggio 2019 sfociò nell’operazione “Malapianta” con 35 fermi, sarebbe stato un informatore che il boss Alfonso Mannolo al telefono chiamava «presidente». Sono alcuni dei retroscena del blitz messo a segno contro il clan cutrese (satellite della “locale” dei Grande Aracri), che ieri il maresciallo della Guardia di finanza, Giuseppe Palopoli, ha ripercorso durante la lunga deposizione nell’udienza del processo a carico di 31 imputati scaturito dall’inchiesta “Malapianta”.