Il “cartello” del boss per i servizi ai dializzati Ma l’Asp disse di no

Il boss Michele Sciarabba e il cugino Totino D’Ambrogio, il patron di Croce Sana, puntavano a costituire un cartello di società per monopolizzare i trasposti sanitari. «Jhonny ascoltami, tu ti fai la società con mio fratello Massimiliano», diceva D’Ambrogio al gestore di un’altra ditta. E il capomafia rilanciava: «Non è perché quello è mio cugino, io gli devo guardare gli interessi a mio cugino ed a te (…) perché se parte questa società, inizia a partire Croce Sana e nessuno ti dice niente… lavori, lavori con lui… nel frattempo 5, 6 anni prendete lavori, io vi auguro, vi auguro di lavorare». Era il 17 novembre 2020, lo spyware installato dai carabinieri nel telefono del boss Sciarabba registrava ogni parola dei summit che in quei giorni si susseguivano per progettare il grande assalto sulla sanità palermitana.