«Il Comune di Crotone in mano agli Sculco»

Durante la consiliatura di Ugo Pugliese, il Comune di Crotone era «di fatto» amministrato da Enzo Sculco e sua figlia Flora. Tant’è che nei loro confronti l’allora sindaco si trovava in uno stato di «soggezione». Lo mettono nero su bianco i pm della Dda di Catanzaro, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, negli atti dell’inchiesta “Glicine Acheronte” che martedì ha portato all’esecuzione di 43 misure cautelari da parte dei carabinieri. L’operazione ha sgominato da un lato la cosca Megna di Papanice che s’era riorganizzata dopo la scarcerazione nel 2014 del boss Mico Megna, dall’altro ha disarticolato il presunto comitato d’affari – formato da politici, imprenditori e persone in odor di ‘ndrangheta – che avrebbe gestito le istituzioni locali. Enzo Sculco (finito agli arresti domiciliari) -scrivono i due pm nella richiesta di misura cautelare al gip di Catanzaro -«dimostrava di ingerirsi nell’attività di Ugo Pugliese».