Il narcos pentito: ecco chi comanda al porto

«Il porto di Gioia Tauro era sotto il comando di Bruzzaniti. Io ero in rapporti coni Mammoliti che acquistavano la cocaina a Napoli o a Roma». Ha fatto nomi e cognomi, anche in Tribunale a Napoli, parlando dei suoi rapporti con la ’ndrangheta, il narcotrafficante Bruno Carbone, oggi pentito ed ex socio del broker internazionale Raffaele Imperiale, il “boss dei van Gogh” (così è stato soprannominato per avere acquistato, custodito e fatto ritrovare due preziose tele del pittore fiammingo), anch’egli diventato collaboratore di giustizia. Carbone nei giorni scorsi , davanti ai giudici della settima sezione penale di Napoli e al sostituto procuratore De Marco, ha risposto alle domande degli avvocati del collegio difensivo, in videocollegamento dalla località segreta dove è detenuto, nel corso di un’udienza del processo che vede sul banco degli imputati proprio Imperiale – che di recente ha messo a disposizione delle autorità italiane un’isola a Dubai di sua proprietà – e i suoi complici.