Il pizzo, il fuoco e la denuncia

Non servivano minacce o violenza per farsi dare i soldi. Bastava chiedere un contributo «per mettersi a posto» e poter lavorare in pace, per «dare una mano alle famiglie dei carcerati», e gli imprenditori come Herbert Nunzio Catalano pagavano. Senza fiatare. A cadenza più o meno regolare, i caporioni o i loro “giannizzeri” si presentavano per farsi pagare il pizzo. Un copione andato inscena per anni, fino a quando Catalano si avvicina alla Fai, Federazione antiracket italiana, e decide di tagliare i ponti con la cosca Libri. Un cambio di atteggiamento che provoca, secondo l’imprenditore, un’immediata reazione degli uomini della cosca Libri: i modi pacati si trasformano in freddezza, le minacce diventano reali come il fuoco che, il 2 dicembre 2022, viene appiccato al deposito aziendale della “Tecnoappalti Italia srl” di Catalano nella frazione di Gallina.