Erano bambini quando i loro padri governavano Palermo. Padri, padrini Stefano Bontate e Salvatore Inzerillo, ufficialmente solo dei facoltosi imprenditori edili in realtà “re” dei traffico internazionale di droga All’improvviso all’inizio del 1981, furono uccisi. La stessa sorte toccata ad alcuni fedelissimi, altri furono graziati ma dovettero andare in esilio, negli Stati Uniti. Così avevano deciso i nuovi padroni della città, Totò Riina e i Corleonesi. Anche i figli e le loro madri vennero risparmiati e rinchiusi in un esilio dorato, nelle ville di famiglia. I Bontate in via Villagrazia. Gli Inzerillo in via Castellana. Ma il sangue continuò a scorrere comunque. Il primogenito di Salvatore Inzerillo, Giuseppe, che aveva 17 anni, diceva di voler vendicare il padre. Un giorno, venne rapito e ucciso. Con lui scomparve anche un amico, Stefano Pecorella. Storie di un passato drammatico che sembrava lontano.
