Intimidazioni e minacce a chi «mancava di rispetto» al clan

Il mancato «doveroso rispetto», «un’offesa» subita oppure una sanzione amministrativa erano tutti pretesti per dare una lezione ai “trasgressori”. Il clan Maesano-Pullano di Isola Capo Rizzuto era «in grado» di «pianificare azioni ritorsive verso tutti coloro che avevano posto in essere comportamenti che potevano, o avrebbero potuto, rappresentare un ostacolo al conseguimento dei fini dei singoli associati». Lo avrebbe accertato la Dda di Catanzaro con l’operazione “Garbino” che lo scorso martedì ha portato i poliziotti delle Squadre mobili di Crotone e Catanzaro ad eseguire 11 fermi (convalidati dal gip) nei confronti dei presunti vertici e sodali del gruppo criminale. E così, tra i blitz violenti che erano prossimi ad essere messi a segno, i pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino annotano quello programmato a novembre 2020 contro un agente della Polizia locale di Isola Capo Rizzuto.