“Io, torturato per depistare su via D’Amelio”.

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Quello che era considerato il testimone più importante della strage Borsellino comincia così il suo racconto: «Io non sapevo neanche dov’era via D’Amelio. Ho parlato solo per paura: mi torturavano, mi picchiavano, mi facevano morire di fame». Il balordo di borgata è diventato “superpentito” sotto sevizie di poliziotti, depistando l’indagine su uno dei grandi misteri d’Italia.