La banda della Magliana rivive con i figli. “Qui tutti corrotti, anche gli onorevoli”

A Roma il grande crimine cambia i vestiti, mette da parte l’espressione feroce e indossa gli abiti eleganti del businessman, perché nell’Urbe si fanno gli affari, i soldi veri, si pulisce il denaro sporco ma senza dare troppo nell’occhio, senza impugnare il revolver. Eppure, la sostanza rimane la stessa, la storia criminale della Città Eterna è immutabile, perciò, attorno al tavolo in cui si siglano affari occulti e si stringono i patti di sangue, si siedono le stesse persone, vecchi neofascisti come Roberto Macori, cresciuto all’ombra di Massimo Carminati, e i figli d’arte della mala made in Rome . Su tutti Antonio Nicoletti, primogenito di Enrico, lo storico cassiere della banda della Magliana morto a 84 anni a dicembre del 2020. Dal padre, si è scoperto ieri, Nicoletti junior ha ereditato la bottega di famiglia divenendo uno dei più apprezzati riciclatori della camorra sulle sponde del Tevere. Stesso commercio in cui si è lanciato un altro principe della malavita capitolina, Vincenzo Senese che del sessantasettenne Michele ’o Pazzo, detenuto da anni, è il temuto figlio.