La centrale unica del riciclaggio

È il petrolio a sancire la santa alleanza tra clan camorristici e cosche della ’ndrangheta. Lo sostengono i magistrati della Dda di Roma nell’inchiesta Assedio che ieri ha portato a 18 misure cautelari oltre al sequestro di beni per oltre 131 milioni di euro. Secondo l’ipotesi degli inquirenti a Roma sarebbe stata realizzata una sorta di centrale unica per il riciclaggio dei proventi illeciti delle organizzazioni mafiose. Figura centrale è l’imprenditore romano Roberto Macori. Maturato nella destra eversiva romana, all’ombra di Massimo Carminati, l’ex Nar noto come il “Cecato” passato poi nella banda della Magliana e protagonista dell’inchiesta Mafia Capitale, Macori secondo gli inquirenti è divenuto prima l’alter ego di Gennaro Mokbel, per poi legarsi al boss Michele Senese. L’imprenditore, ora finito in carcere, sarebbe divenuto, nel tempo, il principale referente dei clan nella gestione degli interessi economici nel settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi.