La cosca come un’officina: serve il capo

La ’ndrina Piromalli sarebbe strutturata in diverse articolazioni, tra cui quella con a capo Girolamo “Mommino” Piromalli: emerge anche questo interessante particolare dalle carte dell’inchiesta “Hybris” che ha gettato una nuova luce sul più potente casato di ’ndrangheta. Attraverso la viva voce di coloro che assumevano un ruolo apicale all’interno dell’organizzazione, ovvero Antonio Zito “u palisi”, Aurelio Messineo e Rocco Delfino “u rizzu” si rileva infatti come, in alcuni casi – ed è quanto accaduto per Salvatore Copelli – si contestava la visione personalistica della direzione della cosca, mentre in altri casi, come per “Mommino” Piromalli, si adottava una sorta di protocollo di reciproco riconoscimento, e, in altri ancora, come per Francesco Cordì, genero del boss Pino Piromalli, se ne ammetteva il ruolo apicale non tanto per carisma e capacità criminali quanto per “successione dinastica”.