La forza di Impastato: il martire irriverente che dileggiava i boss ora è l’idolo dei giovani

È un simbolo della resistenza, Peppino Impastato, un’immagine iconica della lotta alla mafia fatta con l’informazione e la denuncia. La forza delle sue idee lo hanno reso un punto di riferimento per gli adolescenti. E i 45 anni che ci separano dalla sua uccisione (9 maggio 1978) non hanno scalfito l’esempio di questo giovane irriverente che lottava contro i boss. Il tempo trascorso ha fortificato la memoria, e le migliaia di persone che ogni anno si presentano a Cinisi a visitare “casa memoria” o nel giorno dell’anniversario della sua uccisione, lo rendono “immortale”. Le parole e le informazioni amplificate da un microfono di una piccola radio privata nel palermitano sono state le sue armi. Uno strumento di comunicazione efficace per diffondere notizie che svelavano intrecci mafiosi in una zona dove Cosa nostra era protagonista non solo di un vasto traffico di eroina fra la Sicilia e l’America, ma anche di speculazioni edilizie. Il boss Gaetano Badalamenti si sentiva il padrone, abituato a mantenere un ferreo controllo del territorio e degli uomini, mal sopportava l’attività di Impastato.