La fuga in Calabria di “U siccu”

«Matteo era in Calabria ed è tornato». La frase secca pronunciata da uno dei fiancheggiatori dell’ex superlatitante trapanese consegna, nel 2018, agli inquirenti palermitani la certezza che il legame tra la ‘ndrangheta e Cosa nostra non s’è mai interrotto. “U siccu” era stato dall’altra parte dello Stretto di Messina per «incontrare cristiani». Dove sia stato e chi abbia incontrato non s’è mai saputo. Indizi flebili rimasti senza riscontro lo collocavano nella Piana di Gioia Tauro e poi nell’area ionica lungo una striscia di terra compresa tra le province di Reggio e Crotone. Prim’ancora s’era pensato che potesse aver trovato un comodo nascondiglio alle porte di Cosenza e negli ultimi tempi circolava voce che cercasse rifugio nella Sibaritide per essere curato senza troppi rischi.