«Una vera e propria holding familiare legata a esponenti di spicco di cosche di ‘ndrangheta». Così il colonnello Pierpaolo Manno, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro definisce l’impero finito sotto chiave degli imprenditori catanzaresi Lobello. Le fiamme gialle su ordine del Tribunale di Catanzaro ha confiscato 79 unità immobiliari e 45 appezzamenti di terreno nei territori di Catanzaro, Simeri Crichi, Sersale, Soveria Simeri, Settingiano e Cirò Marina, 80 automezzi (tra autoveicoli e macchine operatrici), 43 rapporti bancari e polizze assicurative, quote sociali e complessi aziendali, tra i quali figurano un importante cantiere per la produzione del calcestruzzo, 7 società con sede a Catanzaro, Botricello, Simeri Crichi e Firenze operanti nel settore dell’edilizia pubblica e privata. Un patrimonio, già sequestrato nel 2021, che è stato stimato in oltre 160 milioni di euro. Il tesoro ora affidato allo Stato apparteneva ad Antonio Lobello (75 anni) e ai figli Giuseppe (55 anni) e Daniele (50 anni), condannati in via definitiva il primo per concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione e i secondi per i reati di autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
