Più che una lettera è una lezione di diritto mafioso. Così l’hanno ribattezzata i finanzieri del Gico di Roma che l’hanno trovata nel computer di Pasquale Capano, imprenditore calabrese residente nella capitale, dove per anni ha girato con in tasca un passaporto diplomatico. Uomo vicino ai Muto, clan di Cetraro, e con legami con ex esponenti della Banda della Magliana e dei Casamonica, finito in carcere per intestazione fittizia di beni.
